martedì 11 dicembre 2012

Progetto Africa.. Terre nel Cuore


Ho conosciuto Daniele e il suo progetto nel 2010, in occasione della mia partecipazione alle fiera sposi di Grosseto... Volevo proporre alle mie coppie delle bomboniere alternative.. Solidali. Ed ecco Terre nel Cuore..
Avevo iniziato a seguire i progetti di terre nel cuore su Facebook, per poi rendermi conto di aver trovato un amico oltre che una valida associazione.. 
Vi presento Daniele, presidente di Terre nel Cuore, associazione che si occupa di progetti in Africa, attraverso domande e risposte tra me e lui.













Cominciamo con il parlare un po' di te.
Chi è Daniele, cosa fai nella vita , quanti anni hai, la famiglia, quali sono le tue passioni..

"Ho sempre pensato, anche prima dell’esperienza di Terre nel Cuore che i sogni fossero qualcosa di più del semplice ricordarli al mattino o di una speranza di qualcosa di meglio per il futuro; credo che ogni vita sia un’occasione, una possibilità, che si può vivere e sfruttare in tanti modi. Sono queste due le riflessioni che riassumono un poco chi sono, sempre che si possa riassumere davvero una persona e in particolar modo un essere indefinito come il sottoscritto. Da queste riflessioni sono stato spinto, nato a Torino 35 anni fa, ma vissuto a Roma praticamente da sempre, figlio unico desideroso di avere fratelli e sorelle, quel sogno non l’ho mai realizzato. Però ci sono cose che non possiamo controllare e invece le mie scelte di vita, dipendevano e dipendono solo da me. Per questa ragione ho cercato di far diventare le mie passioni, le mie esperienze un lavoro. Adoro viaggiare, non per andare, ma per scoprire. Non per vedere, ma per assorbire. Mi piace consocere la gente, le sue facce, i suoi colori, tutti! Quelli più belli e quelli più duri, difficili, strani. Mi piace leggere e scrivere, adoro la vita in tutte le sue forme, anche se spesso mi ci scontro per il mio animo selvaggio e ribelle, ma forse se non fossi stato così non sarebbe stato possibile nulla di ciò che ho vissuto."
 
Quali studi hai intrapreso e quali esperienze lavorative hai avuto?

"Diciamo che ho scelto il lavoro allo studio, arrivato ad un certo punto della mia vita. E ne vado molto fiero, non perché lo studio non vada bene per qualche ragione, ma semplicemente perché mi sono convinto che lo studio a senso in base a cosa uno desidera fare nella vita. Almeno o studio inteso come Università. Dopo il Liceo Classico ho deciso di iniziare Giurisprudenza, ma con scarsa convinzione ed infatti dopo due anni ho lasciato il mondo dell’Università ed ho iniziato a lavorare, un po’ per sete di libertà ed indipendenza, un po’ perché ciò che sognavo di fare non richiedeva esperienze e competenze teoriche, ma molta, moltissima pratica. Questo intendo quando dico che lo studio non sempre è indispensabile. Ci sono mestieri ed attività più tecnici, in cui è necessario acquisire un bagaglio di competenze teoriche, per poi praticarle. Altri settori in cui la pratica, si affianca ad una teoria che si può approfondire passo passo, dalla lettura, dallo studio di ciò che serve al momento.
Il sogno di creare una realtà come Terre nel Cuore però non era immediatamente realizzabile, per una questione di fondi e di esperienza, così ho iniziato a lavorare, facendo ciò che capitava, il magazziniere, nel settore della distribuzione pubblicitaria, come animatore in alcuni locali di Roma e così via. Poi un giorno l’occasione di lavorare per una grande società di informatica, esperienza che portandomi a gestire diverse filiali nell’ambito commerciale, mi ha dato esperienze gestionali, capacità organizzative e aperto la mente. Ho fatto gavetta e sono cresciuto in fretta, mettendo da parte un po’ di soldi. Da qui poi è un pezzo di storia di Terre nel Cuore!"
 
Come ti sei avvicinato a questa attività?
 
"Avvicinato non è la parola giusta! Diciamo che mi sono lanciato in questa attività. Sarà stata la follia dei vent’anni o la voglia di realizzare un sogno e così ho lasciato il mio lavoro a tempo indeterminato, le comodità di una vita tranquilla, anche se impegnativa lavorativamente e ho deciso di inseguire il sogno, di sfidare un mondo in cui mi riconoscevo poco, lavoro, casa, famiglia. La famiglia c’è stata e ci sarà, ma si può vivere in tanti modi e portarla avanti, il lavoro l’ho trasformato nella realizzazione di un’idea e la casa, beh la casa è diventata un po’ più ampia, qui e là. Africa ed Europa. Ho sempre viaggiato, fin da ragazzo zaino in spalla in Asia, centro America. Africa..poi ho deciso che avrei viaggiato per sempre e non solo per piacere personale, ma per lavoro appunto, magari cercando di fare qualcosa che facesse anche del bene, che unisse il lavoro al sociale."
 
Possiamo definirlo uno stile di vita?
 
"Per molti questo mestiere è solo un mestiere, oppure peggio un modo per sentirsi a posto con se stessi. Per me è stata la naturale prosecuzione di ciò che sono sempre stato. Vita e Terre nel Cuore sono la stessa medaglia con facce sovrapposte, comunque la giri. Io vivo per Terre nel Cuore, è il mio mondo, mi rende felice e mi da soddisfazione, sempre. anche quando vedo tanta indifferenza delle persone, la diffidenza che è solo una scusa per “non fare”, senza informarsi, valutare, conoscere. Terre nel Cuore mi lascia spazio per me stesso, perché in fondo mi rende più libero, più sereno, più in grado di organizzare il mio tempo e le mie giornate. Il lavoro è cresciuto tantissimo dal 2005 (anno di nascita di Terre nel Cuore) ad oggi, ma lo vivo con sempre maggiore entusiasmo. Non potrebbe essere diversamente, è ciò che sono. Molti pensano che viaggiare, vedere tanti posti, trovarsi un po’ qui e un po’ là, sia una “bella vita”, le classiche frasi “lo farei anche gratis”, però spesso sono le stesse persone che non sono in grado di stare più di qualche giorno lontani dal compagno/a o dai genitori. Questo lavoro, questa vita non è mare e sole, anche. Non è solo bimbi sorridenti ed emozioni fortissime, anche. Non è solo natura e libertà, anche. Questa vita è trovarsi anche immersi nella paura in luoghi per nulla tranquilli, è lavorare con persone che non sempre comprendono ciò che fai e magari quando provi ad aiutarle, loro cercano di fregarti, questo lavoro è anche luoghi sporchi, è vedere il dolore e la sofferenza, portarsela dietro ogni giorno, nei ricordi, nell’attesa del prossimo viaggio. Questa vita è tante cose, come in tutto ciò che si fa c’è una bilancia, si pesa il buono ed il meno buono ed ognuno trae le sue conclusioni. La mia è che non potrei mai smettere. Non saprei come altro vivere."
 
Descrivici il tuo progetto.
 
"Terre nel Cuore nasce dalla convinzione di voler cambiare un po’ le regole e le convenzioni dell’associazionismo vecchio stile. Innanzi tutto troppo spesso dietro le associazioni c’è una sorta di timore a lavorare in modo organizzato ed aziendale; io credo invece che la gestione di un’associazione come un’azienda, dandosi un’organizzazione, cercando di fare un piano di crescita, lavorando attraverso il marketing a basso costo, cercando di unire gli scopi sociali, alla crescita economica sia l’unica strada per vivere e sopravvivere, specialmente in questo contesto socio-politico del paese in cui viviamo! Oggi i fondi nazionali sono sempre minori, tagli a tutte le attività nell’ambito sociale e del terzo settore e allora perché non auto-procurarsi i fondi per lo sviluppo? Ecco perché noi vendiamo prodotti, viaggi, proponiamo corsi di formazione e seminari, organizziamo il volontariato in Italia ed all’Estero.
Il secondo aspetto è poi quello di dare lavoro. Troppo spesso la beneficenza l’ho vista finire in tasche già troppo ricche, troppo spesso i soldi sono stati mal usati o sprecati ed alla fine volano leggeri nell’aria fino a far perdere le proprie tracce. Terre nel Cuore attraverso il lavoro invece cerca di pagare beni e servizi a chi ha bisogno di lavorare e quindi genera uno sviluppo costante e continuo. Permette di far conoscere diffondere le abilità ed i talenti dei soggetti a  cui si rivolge. Attraverso i viaggi in Africa diamo lavoro a guide, driver, alberghi e strutture locali di lusso o molto semplici (in base alle richieste dei clienti), portiamo beni quali vestiti, cibo, medicinali, noi direttamente o anche i nostri viaggiatori, che magari passano per le zone dei nostri progetti. Attraverso la vendita dell’artigianato, delle bomboniere, dei prodotti etnici e solidali, finanziamo comunità di produttori, facciamo crescere risorse locali che rendiamo responsabili di lavori e di altre persone, cerchiamo di mettere in moto un mecanismo. Gli unici soggetti ovviamente su cui non operiamo nell’ambito del lavoro, sono i bambini. Ma anche in quest’ambito ci muoviamo non attraverso l’invio di soldi o le tanto discusse adozioni a distanza (su cui c’è spesso poca chiarezza e trasparenza), ma forniamo beni necessari, costruiamo strutture, miglioriamo le condizioni di vita, finanziamo lo studio e la crescita culturale e professionale dei ragazzi. Ci sarebbe tanto altro da dire, ma in sintesi ciò che il nostro progetto persegue è la trasparenza, lo sviluppo auto-generato in cui noi siamo tramite e non gestori del processo, la chiarezza verso clienti e fornitori, la realizzazione di piccole cose magari, ma concrete ed immediate."
 
 
Quali difficoltà incontri spesso?
 
"Non nascondo che ci sono difficoltà e di varia natura. Intanto l’epoca in cui viviamo è segnata da un forte egoismo ed individualismo, ma devo ammettere che questo pensiero spesso si scontra con persone, coppie, gruppi che provano in tutti i modi a farmi cambiare idea. Spesso le persone preferiscono non vedere, non leggere, non sentire. La solidarietà non so a che posto sia per l’uomo oggi, non tra i primi certamente. Noi però attraverso la vendita di prodotti, viaggi e servizi, non solo riusciamo ad andare avanti, ma cresciamo. Noi non chiediamo soldi fine a se stessi, ma proponiamo qualcosa per chiederli. Un’altra grossa difficoltà è la diffidenza delle persone verso il sociale. Devo ammettere che non è affatto immotivata e per questo dicevo prima che ci vuole chiarezza e trasparenza. Quante volte h sentito persone deluse perché pensavano che i loro 100 € all’anno, andassero per intero ai bambini. Non è così. Non può essere così, ma spiegarlo aiuterebbe a capire e condividerne le ragioni. Una donazione deve alimentare sia la struttura che la veicola, che i beneficiari del progetto. Non c’è nulla di male, specialmente se la struttura lo fa come lavoro, tutti i giorni, non occasionalmente nel mercatino della domenica. La diffidenza però noi la superiamo piuttosto agevolmente, pubblicando sia sul sito che su facebook e gli altri canali di comunicazione, foto, video, ci mettiamo la faccia direttamente, raccontiamo e spieghiamo bene cosa facciamo; lo stesso vendere certi prodotti che sono evidentemente fatti a mano da popoli locali, ci aiuta molto in questo. Troppo spesso si legge “prodotto solidale” e magari potrebbe essere fatto in Cina o a Milano! Infine ci sono le difficoltà sul posto, in Africa. L’africa è una terra splendida, ma difficile; mentalità, tempi diversi, povertà che porta all’arrangiarsi, sofferenza. Però siamo lì per affrontarle queste difficoltà, superarle e combatterle. Io ci credo. Un’ultimissima nota sul nostro paese. Un paese che non crede nel sociale è un paese senza futuro, questa è un’altra difficoltà. È uno stato cieco, che non capisce come il delegare ad alcune realtà certe attività nel terzo settore, significhi risparmiare soldi e investimenti. Basterebbe dare un poco di respiro e far lavorare serenamente gli operatori di questo settore!"
 
Perchè scegliere di sostenere terre nel cuore?
 
"Penso che sostenere Terre nel Cuore sia la voglia di fare qualcosa di concreto ed immediatamente misurabile, che sia l’acquisto di un prodotto, un viaggio in Africa o la partecipazione ad un corso o ad un seminario. Sostenerci significa non regalare niente, ma far guadagnare attraverso un meccanismo diverso dalla beneficenza. Sostenerci è creare sviluppo, magari portandosi a casa un’esperienza indimenticabile, una bomboniera diversa, un prodotto particolare.
E poi noi siamo qui, concreti, presenti, con le nostre facce, si può venire a trovarci in sede quando si vuole, parlare con noi, confrontarsi, discutere, vedere e toccare con mano. Nessun filtro, nessuna barriera."
 
Un momento particolare che ricordi della tua esperienza?
 
"Anni di viaggi, facce vissute, lette, assorbite. Paure grandi e gioie infinite, difficoltà che ti facevano pensare di lasciar perdere e soddisfazioni randi che ti spingevano a continuare. E’ davvero difficile pensare ad un momento particolare, ce ne sarebbero molti. Però uno posso citarlo, ad esempio, per sintetizzare un po’ chi siamo e cosa facciamo. Il momento in realtà è una serie di momenti, sono sguardi. Gli sguardi degli altri occidentali che sono nei paesi in cui operiamo e ci guardano a volte con imbarazzo, perché loro sono lì a succhiare il sangue di questi popoli, altre volte con ammirazione. E poi di contro gli sguardi della gente del posto, inizialmente quel mezzo sorriso che significa “eccone un altro”, ma che poi cambia e si trasforma in un sorriso aperto che significa “c’è una speranza”. Quando mi sono sentito invitato ad essere membro effettivo di certe comunità del posto, ho capito che non andavo in Africa, ma la portavo dentro di me, stavo in qualche modo diventando l’Africa."
 
hai una fidanzata? come gestisci i viaggi e la famiglia?
 
"La mia vita privata è stata molto complessa, non solo per questo lavoro, ma per il mio carattere forte e selvatico. Ho sofferto ed ho avuto gioie, ma nonostante lo possa fare in modo diverso, penso di dare alla mia famiglia, al mio intorno. Ci si deve solo preparare che magari alcuni momenti tradizionali”, con Terre nel Cuore lo sono meno o lo sono in modo diverso. Spesso viaggio e anche quando lavoro qui gli orari sono tutt’altro che fissi, però tutto il tempo che ho lo dedico alle persone che amo, prima di tutto la mia compagna e la mia famiglia!"
 
Qual'è il tuo desiderio per il futuro?
 
"Il mio sogno più grande, sarebbe quello di lasciare le cose un po’ meglio di come le ho trovate. In tutti gli ambiti, Terre nel Cuore, la mia vita, il mondo che vivo. Sarei felice di sapere che ho lasciato una traccia, non per mia gloria personale, che lascia il tempo che trova, ma come stimolo ed esempio per altri, che magari possono dare il loro contributo, vedendo che con l’impegno e la voglia di fare, tutto può cambiare. L’impossibile non esiste."
 
 
 
Che dire di più?? continuate a seguire Terre nel Cuore su facebook e sul sito www.terrenelcuore.it
Oltre a visionare tutti i progetti, potrete scoprire anche tutti gli oggetti artigianali..
 


















 
PER DESTINARE A TERRE NEL CUORE IL 5 X 1000 E' SUFFICENTE UTILIZZARE I SEGUENTI RIFERIMENTI:
TERRE NEL CUORE ONLUS  -  C.F.96058260181

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